Пустой причал. Il molo vuoto

Il molo vuoto
dove risuona il campanello d’allarme
delle onde dell’Antica Grecia
e` il finale degli inizi.
Tornero` in omaggio all’inerzia solare,
ma in eterno ritardo
per centinaia di voli nel Paradiso,
dopo aver viaggiato nelle foreste
e nei villaggi sciamanici,
senza pesare ventosamente
ne` a favore ne` contro.
Se in un mix ipoteticamente ottimo,
le poesie sono muschiose
e le canzoni sono ammuffite,
non e` interessante lui,
e` fisico, insipido.
L’immutabile corporeita` mi sta troppo stretta.
La paura del dolore e` prigionia,
gli anni sono cacciatori, che ci seguono.
Le trappole da sogni sono piene
di quelli degli altri,
non ci siamo dentro,
c’e` la Luna
incinta non di noi,
e tu deliri li` di me
nei tempi caldi e non dormi, di nascosto
accarezzandomi con le faccine
ed il dialetto dilezioso dolce,
una marmellata di parole
dalla magia delle radici, –
che bella pesca nel cestone dei giorni grigi
del pagano alfabeto Latino!
L’Amore Divino, la nutrice,
trema dalla nostra corrispondenza,
in essa,
dimenticando il Cielo,
la Verita` e la Patria,
il Destino dei mondi,
la Sua Altezza piu` oscura,
fa una smorfia e resiste
all’alfabeto Cirillico.
Come prima, nel fondo al profondo calamaio
le profezie fioriscono di violette,
lasciate cadere
dagli indovini perseguitati
al momento della rottura
di una corda della Matrice,
appena il verme dal Libro della Genesi
sussurro` loro,
«Ci sono una G ed una R nel nome del paese!»
in cui si trovano
i sogni miei e me, cambiata poco,
la stessa taglia e capelli, mentre qui
fratelli piu` non sono benvenuti,
le spade incrociate...
Lasciate che
il bardo prenda l’Arbat coll’accordo barre`,
la Bulgaria e la Germania in eredita`,
evviva, Re Lupo, evviva, comunque,
sta piangendo per me nell’inerzia solare
il molo vuoto
dove risuona il campanello d’allarme
delle onde dell’Antica Grecia…

12 Luglio, 2023


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