Venezia nell opera di A. Kriuchkova. L. Kuzminskay
Venezia e` una delle citta` preferite di Alessandra Kriuchkova, di cui ha parlato nelle pagine dei suoi romanzi della serie «Il gioco in un’Altra Realta`», in particolare Venezia e` quasi un personaggio indipendente nel romanzo «Angelo custode», che include anche poesie su Venezia. Alessandra ha visitato Venezia piu` volte, sia per affari che per performance creative.
«Sono appena tornata da un viaggio d’affari», ho sospirato continuando a guardare i guadri. — La mia citta` preferita. Vado spesso a Venezia. Sia per lavoro che per conto mio. C’e` qualcosa di magico in questa citta` che mi fa tornare.»
(A. Kriuchkova, romanzo «Angelo custode», parte 2. «La trappola dei sogni», capitolo 4. «La ragazza ed il lupo»)
Il viaggio piu` importante per l’autore, descritto nel romanzo «Angelo custode», ha avuto luogo nel marzo 2012: e` stata una gita a Milano alla Scuola di Booker Laureati, dove Alessandra ha seguito un seminario di poesia da Evgeniy Rein (un amico di Joseph Brodsky, Nobel Prize Laureate). Insieme a Evgeny Borisovich Rein, i seminaristi hanno visitato anche la tomba di Brodsky al cimitero di San Michele.
(B.B. Mikhin: «Angeli e stelle: M. Tsvetaeva, E. Rein e A. Kriuchkova», la rivista «Note straniere»/ «Zarubezhnye Zapiski» n. 1 (27), 2022).
«Ci sono lapidi intorno a me. Mi sono avvicinata ad uno di essi ed ho letto: «Joseph Brodsky»… Come sono finita a Venezia? Cosa sto facendo qui? Forse sono in un sogno?… Da lontano si sono sentite le voci, mi chiamavano, li ho raggiunto e… all’improvviso mi sono ricordata con gioia: sono qui con un gruppo di scrittori e poeti, ai seminari di Evgeny Borisovich Rein e Viktor Erofeev! Il poeta e storico Dmitry Nemelshtein si e` avvicinato a me:
— Alessandra, non essere triste! Ce la farai!
Non sto dormendo! Si`! Esattamente! Mi ha chiamato col mio nome terreno! Siamo venuti qui per un tour dei luoghi di Brodsky! La mia memoria sta tornando, ricordo piano piano come siamo partiti da Milano in autobus, arrivati prima al molo di San Marco, e poi in barca all’isola cimiteriale di San Michele».
(A. Kriuchkova, romanzo «Angelo custode», parte 3. «Sette secondi», capitolo 3. «Labirinto del subconscio»)
Gli italiani hanno una superstizione: non si puo` andare a Venezia con la persona amata, altrimenti ci si lascia per un motivo o per l’altro dopo il viaggio.
« — Devi andare a Venezia con la tua persona amata!
— Lo pensavo anch’io. Ma l’italiano, il direttore della fabbrica, con il quale comunichiamo per lavoro, ha detto che Venezia e` considerata in Italia una citta` sfortunata per gli innamorati, che porta alla separazione eterna. Mi ha fatto degli esempi dalla sua vita e da quella dei suoi amici, quando dopo il viaggio i fidanzamenti furono interrotti ed una ragazza mori` addirittura!
— Probabilmente e` per questo che Venezia piange!»
(A. Kriuchkova, romanzo «Angelo custode», parte 2. «La trappola dei sogni», capitolo 4. «La ragazza ed il lupo»)
Forse e` per questo che Venezia appare nelle poesie di Kriuchkova come una citta` di fantasmi, e nella sua prosa come un «palcoscenico teatrale con decorazioni di cartone», dove anche «La luna nel cielo e` di cartone» e si riflette «nell’acqua di cartone».
«Venezia, una citta` mistica, un viaggio in cui, secondo la leggenda italiana, con una persona cara minaccia la separazione eterna, appare nel romanzo come una minacciosa citta` nera in lutto per fantasmi. La descrizione dell’autore della Luna di cartone nel cielo e del suo riflesso di cartone nell’acqua di cartone (!) fa una forte impressione — come un tuffo nella follia nel momento in cui provi tu stesso i sentimenti del protagonista e realizzi il cambiamento di sfaccettature nella tua propria testa.»
(T. Trubnikova sul romanzo di A. Kriuchkova «Angelo custode»: «Gli angeli custodi esistono», giornale «Literary News»/ «Literaturnye Izvestiya» n. 11—12 (197—198), 2021)
« — Cos’e` questo? — ho chiesto involontariamente.
— Dipingo, — mi ha risposto il compositore imbarazzato.
C’erano dei quadri sugli scaffali vicino alla finestra, tanti quadri. Mostravano tutti una citta` nera. Case nere. Piccole finestre cieche. Nebbia grigia. Luna piena… Questa mi era una citta` dolorosamente familiare. La mia citta` preferita. Citta` sull’acqua. Ma nei quadri sembrava completamente «di cartone», come un palcoscenico teatrale con decorazioni di cartone… Artificiale… Spaventosa… Inquietante…
— Sei stato a Venezia?! — ho chiesto sorpresa.
— No, mai…
— Perche` e` nera?
— Forse sta… piangendo?»
(A. Kriuchkova, romanzo «Angelo custode», parte 2. «La trappola dei sogni», capitolo 4. «La ragazza ed il lupo»)
Infatti, sia le poesie che la parte centrale del romanzo «Angelo custode», «La trappola dei sogni», sono collegate al misterioso sogno dell’autore sul proprio funerale a Venezia, descritto sia nel romanzo che nella poesia «Chimera».
«…Ho avuto uno strano sogno circa un anno fa. Mi seppellivano a Venezia. L’avevo completamente dimenticato, ma mi sono ricordata passeggiando per San Marco durante il mio ultimo viaggio d’affari. Mi sono avvicinata al molo ed ho visto una barca che lasciava la riva. Proprio come in quel sogno…
— Quindi sarai sepolta a Venezia?!
— Non lo so… Era mattina presto. Sembrava primavera. Una foschia nebbiosa. C’erano solo due persone sulla barca: il barcaiolo stesso e l’Uomo in nero. Dai capelli grigi, quasi bianchi… Stavano trasportando il mio corpo. O ceneri. Non lo so, avevo paura di guardare dentro la barca. Stavano andando verso l’isola opposta. Non so nemmeno che isola sia questa. Non ci sono mai stata.
— Allora, chi e` lui, il tuo Uomo Nero?
— Non lo so…»
(A. Kriuchkova, romanzo «Angelo custode», parte 2. «La trappola dei sogni», capitolo 4. «La ragazza ed il lupo»)
E finalmente la Luna crescente, simbolo del Subconscio, raggiunge un culmine «cartonato» a Venezia:
«Attracchiamo a San Marco di notte. L’Uomo in Nero mi ha portato nella mia amata Citta` sull’Acqua, ma ora, entrando in piazza, la vedo in modo diverso: una Citta` Nera e Minacciosa, affogata nell’oscurit; totale, interamente e completamente di… cartone, come la scenografia di un teatro!
L’intero mondo terreno e` un enorme palcoscenico teatrale sul quale le persone si esibiscono in spettacoli per… fantasmi. Nei costumi dei corpi terreni, «vivono» sul palcoscenico circondati dalle decorazioni di cartone che possono essere istantaneamente distrutte da Colui che prescrive costantemente nelle Tavole i fili della trama degli spettacoli dei loro destini. Queste strane creature — esseri umani — sono talmente incantate dalla magica illusione di una scenografia (decorazioni) mutevole che solo la Morte e` in grado di strappare le maschere veneziane fuse con i loro volti.
Sono a San Marco… sto cercando di trovare almeno una torcia nel buio pesto, ma invano — la citta` e` lasciata senza elettricita`, non vedo alcuna luce. Intorno a me ci sono solo case nere e morte. Tutto qui e` finto. Di cartone! Spaventoso!! Sinistro!!!
E corro via in un lungo abito tessuto dalla Nebbia, via, lungo i ponti, cercando il Fiume che trasporta le anime in cielo. Sto correndo senza fiato lungo lo scenario di case di cartone nero, alle cui finestre non c’e` luce <…> Finalmente! Ho trovato il punto di transizione: sono arrivata in un luogo dove non c’e` nessun ponte, ma ci sono dei gradini che entrano nell’acqua e dei gradini simili che escono dall’acqua sul lato opposto. Non si puo` saltare dall’altra parte. E` uno specchio, che riflette tutto cio` che c’e` qui. Peccato che nessuno veda cosa vedo io e come vedo il mondo terreno ora: e` diventato un mostro di cartone, nero e minaccioso!
Mi siedo sui gradini che conducono all’acqua, in attesa dei miei genitori, che stanno per venire a prendermi, e sto guardando il cielo nero, dove e` appesa la Luna enorme. Ma anche la Luna e`… di cartone!!! Sto guardando il suo riflesso: wow! — qualcuno ha ritagliato una copia di cartone della Luna celeste e l’ha posizionata sull’acqua dello stesso cartone (!!!)…
I genitori, apparsi dallo Specchio, si stanno avvicinando ai gradini sull’altra sponda del fiume. Ma all’improvviso, da questa parte, dietro le mie spalle, si sono sentiti dei passi che rimbombavano: l’Uomo in Nero mi ha preso con cautela in braccio, come una bambina, e mi ha portato via.
San Marco. Mattina. Il Sole. La piazza pian piano si sta animando inondata di gente. Fermata presso una colonna vicino al Duomo, vedo il mare e l’isola di San Giorgio di fronte. Sono in un vestito bianco. Sta suonando una musica allegra. E poco a poco comincio a vedere Venezia come la vedevo prima. Ma… come sono finita qui? Cosa sto faccendo qui?
Sono circondata da fantasmi: i miei amici della Biblioteca dell’Universo ed i miei genitori.
L’Uomo in Nero sorride invitandomi a ballare con lui proprio sulla piazza. I fantasmi ci stanno circondando. Nessuno li vede tranne me. Peccato. Adesso vedo i fantasmi anche di giorno. Molto piu` chiaramente di tutto cio` che vede la gente comune. I fantasmi sussurrano: «Alice, dai, sorridi! Balla, per favore! Lo volevi cosi` tanto! Hai bisogno di lui!»
E mi sono resa conto che oggi e` il mio matrimonio, quindi indosso un abito bianco. Ma gli unici ospiti sono i miei fantasmi. E sto ballando a San Marco coll’Uomo in Nero. I fantasmi, avendo raccolto le colombe, ce le lanciano, facendomi sorridere…
All’improvviso la mia memoria e` ritornata completamente, travolta dalla disperazione, mi sono ricordata come il mio mondo e` stato crollato… Di nuovo, tutto e` di cartone, finto, inquietante! Questa citta` e` come una prigione! Ed ho deciso di uscirene…»
(A.Kriuchkova, romanzo «Angelo custode», parte 3. «Sette secondi», capitolo 7. «La Luna di cartone»)
Il conflitto tra Amore e Morte, insito nella prosa di Kriuchkova, si manifesta anche nel ciclo poetico su Venezia, la cui magica attrazione affascina non solo l’autore, ma ipnotizza anche il lettore.
Da un lato Venezia, citando Alessandra Kriuchkova, e` una «trappola», «labirinto», «apocrifo del poeta», «sogno», «chimera», «cattivo presagio», «casa delle tragedie», «ultimo rifugio», «musica di piogge, ombre ed uccelli», «serve una stella minacciosa», «ponti che portano ai guai».
Il nome stesso della citta` e` polisemantico, sebbene, a parte il fatto che e` associato alla tribu` dei Veneti, dal cui nome la regione fu chiamata dai Romani «Venezia» (lat. Venetia), non ci sono altri significati ufficiali. Ma l’immaginazione del poeta e` sconfinata, Venezia evoca varie associazioni: e` la ghirlanda di Ofelia dell’Amleto di Shakespeare con fiori dal significato ambiguo, che simboleggia l’amore infelice; ed il pianeta Venere stesso, pianeta dell’amore con le sue due immagini: Lucifero, «Stella del mattino», ed Espero, «Stella della sera». E forse «Venezia» evoca altre associazioni per alcuni.
Eppure — «il vetro di Murano mi stava attraversando come una sinfonia di sfumature», «i miei ponti non ci hanno visto insieme!», «Dipingimi… un caffe` ed una lanterna in frac, nel corso degli anni scintillante di speranza, che la felicita` ci tocchi prima che il cuore anneghi nell’oscurita`» —
l’Amore vince — l’autore e` fiducioso del suo ritorno: «Al tatto, torniamo alla citta` dove le canzoni vengono cantate all’acqua. Ridendo dei cervoni che squillano, danziamo tra le maschere ed i volti, splendiamo coi ponti sotto il sole, pari agli spiriti ed agli uccelli», «Voliamo nel portale! Viva la fuga laddove la vita e` accarezzata dalle onde, te la regalo, Venezia, per sempre, mantienila, da angelo custode, come un filo tra di noi», «San Marco sta dormendo, ancora non e` al corrente, che attraverso i sogni tornero` come ostaggio terrestre della sua primavera».
Nonostante la tristezza che risuona in tutto il ciclo veneziano di Alessandra, il leitmotivo principale rimane l’affermazione della vita: «Venezia separa gli innamorati, ma il mio saluto sorridente ti accendera` silenziosamente come un fantasma all’alba».
Ma e` meglio leggere che citare le poesie. Quindi, ecco la Venezia di Alessandra Kriuchkova…
Larisa Mikhailovna Kuzminskaya,
poeta, membro dell’Unione degli scrittori russi,
capo gruppo literario e Presidente della Fondazione «Svetoch»,
Responsabile della cooperazione con le regioni russe
e paesi esteri del movimento pubblico «Poeti di Mosca»
Giornale «Notizie letterarie» / «Literaturnie izvestia» ¹1 (211) 2023
https://reading-hall.ru/publication.php?id=32536
http://litiz.ru/nomer.php?id=32536
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