5. 2. Roma. Una pelicola fotografica

Alexander ha tirato fuori dall’armadio la sua macchina fotografica preferita e si e` recato sul luogo dell’incidente aereo. Non era un fotografo famoso, ma il suo portfolio comprendeva immagini dei piu` grandi incidenti degli ultimi anni. Vari scatti. Sia ordinari che non tanto. Metteva quelli ultimi in un album separato, che mostrava ad un amico.

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Siamo venuti a Roma per l’Assemblea degli Azionisti. Pavel avrebbe dovuto andare da solo, ma all’ultimo momento gli italiani per qualche motivo mi hanno mandato l’invito. Non sono mai stata a Roma prima, anche se andavamo spesso in vacanza in Italia, e da tempo desideravo vedere questa citta`. Tuttavia, sono salita sull’aereo con sentimenti contrastanti, come se andando al nostro funerale, all’Assemblea degli Azionisti Pavel sarebbe stato rimosso dal suo incarico – una tragedia piccola, i cui colpevoli erano le ambizioni personali nei giochi politici. Ma ero contenta di essere al suo fianco in un momento cosi` difficile.

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Dopo aver fotografato tutto cio` che sembrava interessante, Alexander ha notato una foschia nebbiosa che appariva vicino ad un vecchio pino. Si e` avvicinato ed ha fatto un’altra foto. Sarebbe apparsa? Ancora un paio di passi ed il fotografo ha visto una pellicola fotografica nell’erba sotto un albero, probabilmente direttamente correlata ad una delle vittime dell’incidente aereo. Alexander ha raccolto con cura il trofeo inaspettato da terra e l’ho portato con se`.

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Roma e` una citta` eterna. Una citta` che ti fa dimenticare il tempo in cui ti trovi e ti fa guardare negli occhi l’Eternita`. Siamo andati a Roma per una settimana. Lunedi` e Martedi` erano eventi ufficiali ed il resto dei giorni potevamo dedicare a noi stessi. Era Agosto sul calendario, e fuori faceva un caldo incredibile, piu` di 40 gradi. Per fortuna, ho portato con me quel vestito bianco leggero in cui ho ballato l’estate scorsa al matrimonio di nostra figlia.

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Finalmente le foto erano pronte ed Alexander ha cominciato ad esaminarle con calma. Quasi tutte mostravano un'affascinante signora vestita di bianco. Sorrideva come se si sentisse la donna piu` felice del mondo. Per qualche motivo, gli e` venuta in mente la parola “matrimonio”.

“Strano, il vestito non sembra essere un abito da sposa”, ha pensato Alexander, che ha sempre cercato di leggere dalle foto le storie di persone sconosciute.

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L’albergo era quasi al centro, vicino al Castello dell’Angelo. Abbiamo girovagato per la citta` per tutto il fine settimana. Ho goduto di Roma e solo il presentimento di qualcosa irreversibile, inspiegabilmente insinuato nella mia anima poco prima della partenza, mi ha reso triste. Percio` non volevo essere fotografata insieme con Pavel, qualcuno me lo aveva detto nella mia infanzia e credevo che le foto insieme portavano alla separazione.

Nell’ultimo anno, la nostra comunicazione si e` ridotta alle conversazioni sul destino dell’azienda. So, e lo sapevano tutti, che Pavel aveva fatto tutto il suo possibile. Lui, ovviamente, era preoccupato e, pensando costantemente ad alta voce, ripeteva la catena degli eventi, cercando di immaginare cosa sarebbe successo se avesse agito diversamente ad un certo punto, ma il finale si profilava sempre lo stesso: l’azienda era condannata.

Probabilmente, c’e` qualcosa o qualcuno Superiore, determinante il nostro percorso, nel movimento lungo il quale c’e` quello, che una persona non puo` evitare in nessuna circostanza. Ho cercato di spiegare a Pavel che la vita sarebbe andata avanti comunque, ma sembrava non sentirmi.

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Le foto seguenti mostravano persone in giacca e cravatta. Un uomo obeso e calvo, con gli occhi piccoli ed un grande naso rosso, che apparentemente beveva, ha indotto il fotografo ad associarlo ad un maiale.

“La donna ha firmato un contratto li`?... Probabilmente, uno molto importante. Probabilmente un contratto multimilionario. Ecco perche` era felice,” ha pensato Alexander.

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Maurizio sarebbe venuto a prenderci in albergo tra venti minuti. Il rappresentante dell’azionista russo, il Signor Maialino, arrivato a Roma il giorno prima, stava facendo colazione ad un tavolo vicino alla finestra. Pavel e` andato a salutarlo e ritornato piu` cupo di una nuvola:

– L’Assemblea degli Azionisti rischia di esser annullata. Maialino non mi ha riconosciuto. Apparentemente, aveva bevuto tutta la notte.

Maialino non beveva da cinque anni. Pero`, prima era una persona importante nel comitato distrettuale e beveva molto. Di recente, ha avuto dei problemi con i suoi nuovi capi, si stava avvicinando all’eta` pensionabile e poteva essere rimosso dal suo incarico.

Siamo tornati nella nostra stanza per cambiare gli abiti per l’Assemblea e siamo scesi giu` nell’atrio. Maurizio non c’era ancora, ma un impiegato dell’albergo, eccitato, e` subito corso da noi:

– Il vostro terzo membro della delegazione stava scendendo le scale del ristorante ed e` caduto, dopo aver fatto sette gradini, ha rotto un vaso di fiori sfondando il muro con la testa. Ho chiamato l’ambulanza per lui, penso che sia ubriaco. Comunque, non capisce ne` l’inglese ne` l’italiano. Adesso e` nella sua stanza. Ci servirebbe il vostro aiuto per parlare con lui.

Ho sospirato pesantemente. Maialino era obbligato non solo a partecipare all’Assemblea degli Azionisti, ma anche a pronunciare alcuni paragraphi del verbale, a votare e firmare i risultati della votazione. Senza la sua firma e la sua presenza personale l’Assemblea potrebbe essere protestata.

L’ambulanza e` arrivata nello stesso tempo che Maurizio. Pavel ci ha chiesto di aspettare al piano di sotto, e` salito nella stanza di Maialino, e pochi minuti dopo e` tornato riferendoci che Maialino si era chiuso in bagno, da dove aveva gridato che stava bene e sarebbe sceso presto da noi.

Ci siamo seduti su spilli e aghi. La porta dell’ascensore si e` aperta e Maialino e` uscito fuori, in un abito costoso, ma con la cravatta penzolante ed i pantaloni sbottonati. Si e` fermato contro il muro, sorridendo stupidamente e praticamente cadendo. Pavel ha preso Maialino in braccio e l’ha trascinato verso l’uscita, dove un impiegato dell’albergo l’ha fatto firmare un documento di rifiuto dell’assistensa medica.

Abbiamo spinto Maialino in macchina. Non riusciva a muovere bene la sua lingua e capiva quasi nulla... Un’ora dopo, arrivati all’ufficio nella periferia di Roma, abbiamo tirato fuori Maialino dall’auto. Sorrideva stupidamente ed ondeggiava nel vento. Pavel prudentemente non ha lasciato Maialino dalle sue mani. Difficilmente siamo riusciti a farlo passare attraverso la guardia di sicurezza, ci hanno chiesto i passaporti, e Maialino non e` riuscito a trovare il suo nella valigetta. Poi l’abbiamo fatto accomodare nell’ufficio e, quando tutti si erano riuniti, abbiamo dichiarato l’Assemblea degli Azionisti aperta.

Maialino si e` offerto di firmare in anticipo tutti i documenti che di solito vengono firmati dopo la chiusura dell’Assemblea, e tutto e` andato bene finche` taceva. Ma siamo arrivati al punto da cui dovrebbe prendere l’iniziativa lui. Maialino ha aperto la bocca e parlato con autoindulgenza... completamente contrario al testo del verbale!

Sono rimasta sbalordita ed ho guardato Pavel, che si era gia` rilassato, dopo aver letto il rapporto annuale e non ascoltava le sciocchezze di Maialino. Ho dato un calcio a Pavel sotto il tavolo e gli ho spiegato la situazione in un sussurro. Gli italiani si sono innervositi. Pavel ha passato a Maialino la sua copia del verbale, puntando la penna sulla riga delle parole giuste. Maialino si e` messo gli occhiali ed ha cominciato a leggere. Ho tirato un sospiro di sollievo.

Dopo la chiusura dell’Assemblea degli Azionisti, Maialino ha chiesto di recarsi in albergo, ma purtroppo non ha rifiutato la cena italo-russa al ristorante. Gli italiani hanno detto che sarebbero venuti a prenderci dall’albergo alle otto di sera.

Io e Pavel, avendo ancora qualche ora di tempo libero, ci siamo incontrati con un nostro amico italiano, Marco, che viveva in Russia da molti anni, ma in quel momento si trovava a Roma. Siamo arrivati alla Fontana di Trevi, quando Pavel e` stato telefonato e si e` messo da parte. Marco ha deciso di riempire la pausa.

– Dove andate in vacanza quest’anno? Se volete, la mia villa e` tutta a vostra disposizione.

All’improvviso ho pensato, che di solito discutevamo la questione delle vacanze sei mesi in anticipo, ma allora...

– Grazie, Marco, – gli ho risposto. – Non abbiamo ancora pensato alle vacanze. Non voglio dirlo ad alta voce, ma... esiste un concetto del futuro chiuso. Ed ho una brutta sensazione, non vedo piu` niente... comincio a pensare al “domani” e non vedo niente davanti.

– Dai, avete ancora tutto davanti! – mi ha assicurato Marco. – Tornerete a casa ed inizierete una nuova vita subito! Ascolta, convinciamo Pavel a cambiare i biglietti aerei di ritorno? Tornerete fra una settimana, vi rilassate a casa mia!

Ottima idea! Pavel ha finito la conversazione telefonica e si e` tornato da noi. Marco ha offerto di cambiare i biglietti, l’ho appoggiato, ma Pavel, citando questioni importanti che aveva subito immaginato, ha rifiutato gentilmente, ma ci ha offerto di fotografarci alla Fontana di Trevi. Marco mi ha abbracciato ed ho sorriso al fotografo, ma il pensiero di un futuro chiuso non lasciava in pace la mia anima.

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Guardando le foto, Alexander ha notato una strana ombra apparsa nelle immagini accanto alla donna vestita di bianco. L’ombra aliena, non la sua. Era particolarmente evidente nella foto in cui la donna in bianco stava accanto ad un uomo alto dai capelli neri davanti alla Fontana di Trevi. Quest’uomo e` stato catturato in una sola foto.

“Un italiano, assolutamente! E probabilmente lo amava, perche` qui ha un sorriso triste,” ha pensato Alexander.

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Alle otto di sera siamo scesi alla reception ed abbiamo aspettato Maialino. E` apparso ben presto, ma per niente sobrio. Maurizio e` venuto a prenderci dall’albergo e ci ha portato in un piccolo ma accogliente ristorante. Abbiamo chiesto di non ordinarci alcolici, ma l’italiano piu` dannoso ha continuato ad offrire a Maialino una bottiglia dopo un’altra. Maialino sorrideva bonariamente e faceva una specie di conversazione sursurrando a se stesso.

Abbiamo parlato con gli italiani del tempo, della natura e di altri argomenti generali. Di tanto in tanto la nostra conversazione tranquilla veniva interrotta dalle esclamazioni di Maialino, che agitava disperatamente le braccia e gridava la stessa frase: “Il 2% per me, ed il 6% per lui!!!”

Ad un certo punto, Maialino si e` rivolto ai presenti con un brindisi:

– Beviamo alla salute del Dottore Leo Profitti! – tutti hanno alzato i bicchieri, e Maialino ha continuato: – L’ex presidente di questa condannata, la vostra maledetta azienda, ne ha dato un contributo innegabile!

Maialino ha parlato cosi` a lungo che tutti avevano gia` messo i bicchieri sul tavolo, stanchi di tenerli in mano. Di tanto in tanto lui rifletteva e d’improvviso, nel mezzo di un’inno al Dottore Profitti, ha inserito anche:

– Mi sento benissimo solo quando mia moglie sta al volante!

Gli italiani annuivano comprensivi. Il contributo del Dottore Profitti al destino dell’azienda non poteva essere sottovalutato: grazie a lui era iniziata la sua fine. Maialino lo sapeva meglio degli altri, avendo sofferto a causa del Dottore Profitti, forse per questo ha concluso la sua ode con una dichiarazione disperata, rivolgendosi pero` a Pavel:

– Che stronzo e` quello Dottore Profitti! – ed ha svuotato il bicchiere d’un fiato.

Finalmente la cena e` stata dichiarata chiusa e siamo tornati nel nostro albergo.

Maialino sarebbe partito la mattina, e non si rendeva conto allora della sua fortuna. Perche` Maialino e` stato salvato? Forse per la giovane moglie e la figlia di un anno che lo aspettavano a casa? Mentre avevamo ancora qualche giorno a Roma.

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Alexander ha guardato la foto successiva e si e` rimasto scioccato: invece della solita ombra, un’enorme croce si e` manifestata gia` chiaramente visibile. Era la foto scattata in Piazza Navona. Alessander aveva visitato Roma non tanto tempo prima ed ogni sera aveva cenato in quei locali. Nella foto, la donna vestita di bianco stava accanto ad una zingara. Entrambe sorridevano felici. Anche se... no, la seconda non era nemmeno una zingara, ma una donna vestita da zingara.

“E` andata a predire il futuro? E, naturalmente, le hanno parlato di un futuro felice. Che bugie spudorate sono le predizioni del futuro!” – ha pensato il fotografo.

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La Roma notturna e` molto bella e sembra una favola.

– Allora, come passeremo le nostre ultime ore? – ha chiesto Pavel, baciandomi dolcemente sulla guancia.

“Le ultime ore” hanno echeggiato nella mia testa, e mi sono venuti i brividi.

Siamo andati a cena in Piazza Navona, dove anche a mezzanotte c’era rumore e divertimento. Gli artisti vendevano quadri e dipingevano ritratti, i musicisti di strada cantavano alla chitarra, i ragazzi offrivano ai passanti di comprare fiori per le loro amiche.

In una delle strade che si irradiavano dalla piazza c’erano tre tavoli, ai quali erano seduti cartomanti, astrologi e chiromanti.

– Guarda! – ho fatto un cenno nella loro direzione. – Vedi la tabella “in inglese, italiano e russo”?

– Vuoi che ci predicano il futuro? – ha chiesto Pavel abbastanza seriamente. – Beh, andiamo! Lasciamoli parlare del nostro luminoso domani!

Al tavolo era seduta una donna, sui quarantacinque anni, vestita da zingara. Mi sembrava russa e stavo per parlarle in russo, ma Pavel si e` rivolto a lei in inglese.

La donna ci ha sorriso in modo accogliente e ci ha chiesto in inglese:

– A mano o con carte?

Le ho teso il palmo. Avendo taciuto per un po', la "zingara" ha cominciato a parlare del mio carattere e della mia salute, precisando degli eventi del passato, dall’infanzia fino a quel giorno. Tutto quello, che ci diceva, coincideva con la realta`. Quando la donna ha finito il suo discorso e mi ha restituito il palmo, Pavel, un noto scettico, d'improvviso, l’ha chiesta di leggergli anche la sua fortuna, e dopo la predizione mi e` rivolto in russo:

– Per quanto strano possa sembrare, e` tutto abbastanza vero.

– Come mai! Parlate russo?!! – ha esclamato la “zingara” sorpresa. – Perche` non me lo avete detto subito? Non conosco bene l’inglese, ma in russo posso dire molto di piu`!

Emigrante dalla Russia, viveva a Roma da diciassette anni. Ho chiesto Pavel di farci una foto. Non avevo mai avuto una foto con una “zingara” in vita mia.
Salutandoci, e` diventata triste:

– Non avete cambiato i biglietti aerei...

– Sara` meglio se torniamo Roma, – ha promesso Pavel, senza chiarire come la donna l’aveva saputo.

– Bene, se Dio lo vuole, –  ha detto la donna e ci ha fatto un segno di croce, salutandoci.

Siamo tornati nell’albergo ed abbiamo cominciato a fare le valigie.

D’improvviso mi e` venuto in mente un pensiero strano e mi sono rivolta a Pavel:

– Non ti ha sorpreso nulla di quello che ha detto la “zingara”?

– No, perche`?

– Ci ha raccontato quello che era gi; PASSATO.

– E allora…?

– Non ci ha detto nulla sul nostro FUTURO...


***

Alexander ha studiato attentamente l’ultima foto. Un fallimento, come avrebbero affermato i fotografi. Meta` del fotogramma e` sovraesposta, in controluce. Meta` a destra. Il lato sinistro si e` manifestato e quello destro era un punto luminoso solido. Questo succedeva quando la pelicola stava per esaurirsi.

La donna vestita di bianco stava davanti al tabellone, esattamente al centro dell’inquadratura, quindi Alexander poteva vederla solo per meta`, l’altra apparteneva alla Luce. Sul tabellone sopra la testa della donna c’era un’iscrizione: numero del volo, compagnia aerea, ora di partenza. Il punto di destinazione e tutto a destra andava alla Luce. Il fotografo ha telefonato un amico per condividere i risultati della sua scoperta.

***

Si`, una foto rivelatrice... sono d’accordo... Siamo partiti in orario. Ho chiesto Pavel di farmi una foto davanti al panello informativo col nostro volo. Ha premuto il pulsante, ma il riavvolgimento automatico ha funzionato immediatamente: la pellicola si e` esaurita.

– Lasciamo la nostra vita passata finire con essa! – gli ho detto.

Eravamo gia` nutriti e Pavel si e` addormentato. Anch’io ho chiuso gli occhi e mi sono addormentata, appoggiando la testa sulla sua spalla. Tutta la mia vita e` passata davanti al mio sguardo interiore, come un film in cinema.

Allora ho pensato: sono stata felice? Si`. Anche nei momenti piu` difficili non mi sono mai abbassata le mani, ho provato a trovare qualcosa di buono, la mia anima ha cercato la Luce, camminando verso la Luce. E queste foto, da te trovate e sviluppate, ne sono l’ennesima conferma.

Peccato... mi hanno mandato per avvertirti di non volare mai in Tailandia per Natale, ma non mi senti affatto, giovanotto...

agosto 2002

Foto - autore a Roma, 2002


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