5. 1. Roma. Disincarnata

Sono italiana e mio marito Daniil e` russo, ma parla bene l’italiano. Daniil ha esitato a lungo a trasferirsi in Italia con me; voleva vivere in Russia, ma ero categoricamente contraria, cosi` ha ceduto. Ci siamo sposati a Roma. I miei genitori ci hanno regalato una piccola casa in riva al mare, dove ci siamo stabiliti.

Una sera, seduta in cucina, ho sentito per la prima volta la sua voce:

– Chiara!

Mi sono guardata intorno, non c’era nessuno.

– Chiara, mi senti?

Sono saltata giu` dalla poltrona e, senza spegnere la luce, sono corsa in camera da letto, dove mio marito russava tranquillamente. Tuffandomi nel letto, l’ho abbracciato cosi` forte che si e` svegliato.

– E` successo qualcosa?

– No…


***


Al mattino Daniil e` andato a Roma, periodicamente si recava in diverse citta` per scavare negli archivi, era interessato alla storia.

Avendo completato tutte le faccende domestiche, mi sono seduta nella poltrona ed ho acceso la TV. Ma dopo neanche cinque minuti lo schermo si e` spento.

“C’e` qualcosa che non va nell’elettricita`”, ho pensato, e nello stesso momento ho sentito chiaramente la voce di ieri:

– Chiara!

Sono saltata in piedi come scottata. “Impossibile!”

– Chiara, ti prego, non aver paura di me!

– Chi c’e` qui? – ho sussurrato guardandomi intorno.

– Non voglio farti del male, e` solo che... mi resta pochissimo tempo!

– Dove sei? – ho provato a determinare da dove proveneva il suono, ma non ci sono riuscita.

– Non importa. E` importante che tu mi senta! Che felicita`!!!

Mi sono precipitata alla porta per uscire di casa.

– Chiara, non andare via, per favore! Non potremo parlare li`!

Ma avevo gia` sbattuto la porta e mi sono diritta verso il mare. Chi aveva vissuto in casa nostra prima di noi? Che diavolo e` questo? Ho guardato dolorosamente l’orologio per tornare a casa dopo il ritorno di Daniil.

La sera ho deciso di raccontare al marito i miei “audio difetti”.

Stranamente, non ha riso di me, ma ha chiesto:

– Perche` non parli con il fantasma?

– Credi nei fantasmi?

– Piu` si` che no. Anch’io avevo il mio fantasma, te lo raccontero` dopo.


***

Il giorno dopo, Daniil mi ha lasciato sola di nuovo nella casa parlante, ma non e` successo nulla di straordinario e mi sono calmata. Tuttavia, di notte, quando Daniil dormiva gia`, mentre stavo ancora leggendo un libro, all’improvviso e` arrivata la stessa voce:

– Chiara... Aiutami, per favore, e smettero` di apparirti!

– Chi sei? – ho chiesto sottovoce, temendo di svegliare mio marito.

– Vai in cucina, parliamo e ti spieghero` tutto.

Ero tormentata dai dubbi.

– Ascolta, ragazza, posso arrabbiarmi anch’io...

All’improvviso la luce nella stanza si e` spenta.

– Va bene, andiamo, – ho accettato la proposta del fantasma. – Accendi la luce!
La luce si e` accesa. Mi sono alzata dal letto ed andata in cucina obbedientemente.

– Sei molto bella!

– Cosa vuoi da me? Chi sei?

– Sono una donna, come te, solo che non mi vedi...

– Se tu fossi una donna, ti vedrei!

– E se un uomo, no? – la voce ha riso. – Pensi che io sia morta, ma se fosse davvero cosi` non mi sentiresti, Chiara... La gente non muore mai.
– Va bene, mettiamoci d’accordo: sei il fantasma di una donna.

– D’accordo... Sono passati tanti anni! Non ricordo bene cosa e` successo. Sai, col tempo, la memoria svanisce gradualmente. Ho bisogno del tuo aiuto.

– Abitavi in questa casa?

– No, questa casa non ha niente a che fare con me. Ti ho chiamato prima, ma non mi hai sentito. Tuttavia, come molti. Penso che sia a causa della posizione in cui si trova la casa, che predispone alla comunicazione. Qui si sente meglio! Non hai piu` paura di me? Sono cosi` felice che tu mi abbia sentito!

– Cosa devo fare per farti sparire? Come ti chiami?

– Mi chiamavano Veronica. Ma probabilmente ho avuto un nome diverso.

– Com’e`?

– Non lo ricordo…

– Allora, cosa dovrei fare per te?

– Cosa fare? Devi... Dio mio, cosa e` successo alla mia memoria? Ho dimenticato quasi tutto!

– Perche` hai detto che ti resta poco tempo?

– Sto per tornare sulla Terra, saro` incarnata nel corpo di un bambino, ma poi dimentichero` all’istante tutto il mio passato... Ah-ah! Mi sono ricordata!!! Ho bisogno che tu dica a mio figlio cosa e` successo!

– Cosa esattamente?

Veronica ha taciuto, apparentemente ricordando la storia. Nello stesso tempo, ho notato una leggera brezza, che passava attraverso le tendine, scuotendole a ondate.

– Ehi, sei qui?

– Si`, scusa! Ho problemi di concentrazione.

– Proviamo cosi`: ti faccio delle domande, e tu cerchi di ricordare le risposte.

– Va bene, chiedi!

– Sei italiana?

– No, sono venuta qui da qualche parte del nord, forse dalla Francia.

– Ti ricordi la tua morte?

– Era molto dolorosa e molto veloce…

– Ti sei impiccata?

– No, no! Ho visto dei fantasmi impiccati, hanno il collo blu. Spesso lo avvolgono con uno scialle od una sciarpa per non attirare l’attenzione. Se tu potessi, vedresti che il mio collo e` bianco e non ho nessuna sciarpa...

– Che fortuna non vederti! – ho tirato un sospiro di sollievo, ma Veronica e` caduta nel silenzio. – Non offenderti! Continuiamo! Sei stata accoltellata?

– No, Chiara, la versione di qualche ferita e` subito da scartare, il mio corpo non ha ferite. E` uguale a quello di prima della morte.

– Quindi, sei morta da sola, per qualche malattia?

– No, ti ho detto, d’istante.

– Forse, sei annegata? Il mare e` vicino qui.

– No... non sono annegata. E non c’era nessun mare li`.

– E cosa c’era?

– Una casa, un ingresso, sono entrata… Sono corsa su per le scale...

– Ma non ti sei buttata giu` dalla finestra, se non hai ferite sul corpo, giusto?

– Giusto, hai ragione.

– Cosa e` successo prima della tua entrata?

– Non ricordo... ricordo un po’ prima... Un parco... in nebbia... Per qualche motivo, sto camminando verso la casetta di guardia. C’e` un vecchio li`. Ma non sono venuta da lui...

– E da chi?

– Doveva arrivare un uomo. Lo conoscevo, veniva li` ogni tanto. Quella volta il vecchio mi ha detto, che quell'uomo e` stato trovato nel parco, sparato, forse, da se stesso.

– Conoscevi l’uomo sparato?

– Si`, era uno del nostro gruppo.

– Quale “gruppo”?

– Non ricordo... Eravamo in cinque.

– E` ancora vivo qualcuno?

– No, sicuramente no. Sono stata l’ultima.

– Ti ricordi quando e` successo tutto questo?

– No.

– Allora governavano dei re?

– No, ma ho visto l’ultimo.

– Sei morta durante la guerra?

– No, ma il suo odore era gia` chiaramente nell’aria. Come se io sapessi il suo arrivo. Quasi nessuno lo sapeva, tranne noi.

– Cosa stavi facendo? Hai lavorato? Cosa facevi?

– Si`, nel gruppo, tutti e cinque insieme.

– In Italia?

– Anche qui, si`...

– Cosa facevi? Sei stata una cuoca? Una tessitrice?

– No! – Veronica ha riso. – Non quell tipo di lavoro.

– Beh, se sei dal nord, non dall’Italia, ed adesso mi parli italiano, e vieni da qualche parte della Francia, vuol dire che conoscevi almeno due lingue: il francese e l’italiano, giusto?

– Giusto, anche se ora posso comunicare in qualsiasi lingua, come tutti i fantasmi. Ma sapevo l’italiano, il francese ed anche la mia lingua.

– Qual'e` la tua?

– Non me lo ricordo.

– E tuo figlio, e` rimasto... dove?

– A casa... non potevo tornare da lui, nessuno di noi poteva tornare.

– Di questi cinque?

– Si`... Me l’hanno detto cosi`... In ogni modo, siamo stati...

– Uccisi?

– Loro, si`... Io – no.

– Beh... Ma la tua morte non e` stata naturale, vero?

– Non volevo morire come loro... Sono venuta da mio figlio, dopo, ma non mi sentiva. Avevo bisogno di trovare qualcuno che potesse sentire. Ho cercato a lungo, invano. Finalmente ti ho trovato.

– Ci sono pochi chiaroudienti al mondo? Dovresti cercare nel paese dov’e` rimasto tuo figlio.

– Ricordo esattamente che avevo bisogno proprio di te. Ma perche`?..

In quel momento si sono sentiti dei passi sulle scale ed e` apparso mio marito.

– Chiara! Hai guardato l’orologio? Cosa fai qui?

Ho alzato le mani per l’impotenza, facendo capire allo sfortunato fantasma che per quella serata la nostra conversazione era finita.


***


Nel pomeriggio, Daniil e` ripartito per un altro archivio (ho provato a chiedergli cosa stava cercando li`, ma essendo una persona piuttosto riservata, mi ha risposto solo che stava scrivendo un libro e aveva bisogno di materiali), mi sono seduta sulla stessa poltrona in cucina ed ho chiesto:

– Veronica, sei qui?

– Si`, Chiara, ciao! Grazie per il tuo aiuto. Di giorno non mi sentirai cosi` forte come di notte. Non mi resta tanto tempo, lo sento.

– Sai gia` chi sarai nella tua prossima vita?

– Non ancora.

– Ma ti sei ricordata perche` comunichi con me e non con qualcun altro?

– Ti ho gia` detto tutto quello che ricordo. In effetti, ti ho trovato molto tempo fa, ma ho provato a gridarti cosi` a lungo che ho dimenticato perche` eri tu... Scusa, cerchero` di ricordarmi!

– Va bene, torniamo alle nostre pecore. Ti sei ricordata qualcosa d’altro?

– L’uomo trovato nel parco. L’avevo visto poco prima. Gli ho detto che dovevo andare in citta` per incontrare uno del nostro gruppo. L’uomo mi ha risposto che era pericoloso.

– In quale citta` dovevi andare?

– Penso, a Roma... Ricordo anche... Mi ha messo qualcosa in mano prima di salutarmi.

– Cosa? Una lettera?

– No, qualcosa molto piccola.

– Per passarla a qualcuno?

– No... Era per me... Per ogni evenienza...

– Che vuol dire “per ogni evenienza”?

– In caso di emergenza, se...

– Se?

– Se li`, a Roma, avrei capito che la partita era finita.

– Che partita?

– E` quello che mi ha detto. Sembra che a casa sua nel nostro paese non ci sia rimasto nessuno.

– Dio sia con lui, con quell’uomo. Sei andata a Roma ad una donna o ad un uomo?

– Una donna.

– Come si chiamava?

– Non ricordo. Comunque, non era il suo nome, si chiamava cosi, capisci?

– No. Allora cosa ti ha dato per le emergenze? Cosa ne hai fatto?

– L’ho messo nella mia borsa.

– Cos’altro c’era nella borsa?

– Non ricordo...

– Quindi sei andata a Roma, vero?

– Si`... Pioveva in nebbia.

– Hai incontrato quella donna?

– No.

– Perche`?

– Non ricordo... Non e` venuta.

– E chi e` venuto?

– Nessuno.

Entrambe siamo rimaste in silenzio. Ho pensato che ci sarebbe voluta un’eternita` per scoprire l’intera storia e sarei diventata un fantasma anch’io.

– Mi sono ricordata!!! Il giornale!!! Ho comprato un giornale da un ragazzo per strada! Ed e` stato scritto su di lei, e` stata uccisa.

– Ricordi cosa c’era scritto esattamente li`? Cerca di ricordare che mese era? Provero` a trovare quel giornale per chiarire qualcosa. Trovare un giornale e` il problema piu` piccolo. Mio marito scrive un libro, scavando negli archivi. Glielo chiedero`.

– Non ricordo il mese. Il messaggio era sull’ultima pagina, a sinistra. Una piccola nota. Senza foto.

– Che fatica, ma va bene. Dimmi, cosa e` successo dopo il messaggio?

– Mi sono voltata. Ho visto un uomo. L’avevo gia` visto spesso. Ho camminato sempre piu` velocemente. Mi ha seguito. E poi sono entrata in quella casa.

– Ti stava seguendo?

– Si`, stava per uccidermi.

– Ma non sei stata uccisa?

– Giusto.

– Allora cosa e` successo dentro la casa? Dai, ricorda!

– Le scale... In buio... Grandi finestre... Sto correndo su, lui mi sta seguendo. Prendo la borsa e tiro fuori quello che mi aveva dato il mio conoscente, e... ingoio questa capsula.

– Eccolo! Vabbe`, finalmente, ti sei avvelenata! – ho esclamato con gioia, e Veronica si e` messa nel silenzio, solo una brezza scorreva attraverso le tendine. – Ascolta, mi dispiace! Non volevo offenderti! Procediamo!

– Sono tornata a casa da mio figlio ed ho provato a dirglielo, ma non mi ha sentito.

In quel momento la porta di casa nostra si e` aperta e Daniil e` apparso sulla soglia.

– Ciao, Chiara! Ti sei gia` annoiata?

“Magari,” – ho pensato, e la sessione di comunicazione col fantasma e` stata interrotta.

 
***

Di notte, quando mio marito si e` addormentato, sono tornata in cucina. Volevo, a tutti i costi, svelare la storia del fantasma.

– Grazie, Chiara! – ho sentito la voce familiare.

– Ascolta, parli sempre di tuo figlio. Eri sposata?

– Si`, gli hanno sparato. Prima della mia morte. Non lo sapevo da viva, ho scoperto dopo.

– Ricordi qualcos’altro di tuo marito?

– No. Anche se... ci siamo incontrati gia` essendo fantasmi. Mi ha detto dove trovare nostro figlio...

– Dove sei stata sepolta?

– E` stato sepolto il mio corpo, non io! – ha esclamato Veronica offesa.

– Ma mettiamoci gia` d’accordo: non ti offenderai per le mie parole. Non sono un fantasma per sapere come tutto funziona li` da voi!

– Va bene. Pero`, eri un fantasma anche tu, prima dell’incarnazione, e poi hai dimenticato tutto! Sono stata sepolta in Italia. Non ricordo dove. La tomba e` ricoperta di vegetazione. Non ci sono segni identificativi. Sai, i fantasmi si dividono in due categorie: alcuni adorano i loro luoghi di sepoltura, mentre altri fanno il contrario. Anche durante la vita non mi piacevano i cimiteri.

– Che fortuna! Un compito in meno: non c’e` bisogno di cercare la tua tomba. Allora, vivevi alla vigilia della guerra, facevi un lavoro nel gruppo di cinque persone, conoscevi due lingue straniere, sei arrivata in Italia dalla Francia e non potevi tornare a casa, nel tuo paese di nord, dove e` rimasto tuo figlio e tuo marito sparato. Ma tutti e cinque i membri del tuo gruppo sono stati uccisi in Italia. Giusto?

– Quattro sono stati uccisi e mi sono avvelenata.

– Cos’e` successo a tuo figlio? Sei venuta da lui piu` tardi?

– Volevo che sapesse la verita` su di noi. Che non l’ho lasciato. Gli volevo tanto bene. Era molto piccolo allora.

– Quanti anni aveva?

– Penso 5. E` stato mandato in un orfanotrofio, che e` stato evacuato.

– Quindi, sicuramente c’era una guerra nel tuo paese. E dov’e` tuo figlio adesso?

– Non lo so, non ricordo.

– Quindi, vuoi che io trovi tuo figlio per dirgli, che i suoi genitori sono stati uccisi, raccontandogli quello che abbiamo ricavato dalla tua memoria, giusto?

– Si`... gli voglio bene, tanto bene! Volevo tornare indietro da lui, ma in questo caso, anche lui sarebbe stato ucciso, proprio come noi, capisci?

– No... Per cosa ucciderlo? Ancora di piu` non capisco come posso trovarlo.

Abbiamo sentito dei passi sulle scale. Daniil assonnato e` sceso giu` in cucina, si e` seduto sulla poltrona di fronte e mi ha chiesto con calma:

– Chiara, che succede? Con chi stai parlando ad alta voce?

– Diglielo, forse ci credera`? – ha suggerito Veronica.

– Col fantasma. Sei tu che mi hai invitato a parlargli.

– E chi e`, il tuo fantasma qui? Lo vedi?

– No, sento la sua voce, e` una donna uccisa.

– Chiara! Non hanno avuto il tempo di uccidermi! Non dire bugie!

– Beh, stavano per ucciderla, ma ha ingoiato il veleno.

– E cosa vuole da te? – ha chiesto il marito pensierosamente.

– Devo trovare suo figlio. Ti ho detto la verita` sul mio fantasma. Ora raccontami del tuo!

– Sto cercando i miei genitori, – ha ammesso Daniil, sospirando pesantemente. – Chiedi come posso trovarli nell’Aldila?

– Hai sentito? – mi sono rivolta a Veronica.

– Certo! Li ha mai visti nel corpo sottile?

– Hai visto i loro fantasmi? – mi sono rivolta a Daniil.

– Quando ero molto piccolo. Avevo circa cinque anni. Il primo mi venne mio padre. Rimase sempre in silenzio. Pensavo fosse vivo. Provo` ad abbracciarlo, ma scomparve subito. L’ultima volta mi disse che mia madre mi voleva tanto bene, ma non sarebbe mai tornata dall’Italia per farmi vivere. E poi, mi venne mia madre dicendo qualcosa, ma non riuscivo a sentirla. Fummo trasferiti in un’altra citta` lontana dalla guerra. Da allora non ho piu` visto ne` mio padre ne` mia madre. Ricordando che mia madre viveva in Italia, ho imparato l’italiano. E ora sto cercando negli archivi i giornali dell’epoca, penso che prima o poi trovero` sicuramente almeno qualcosa per rintracciarla.

Sprofondata nella poltrona, sono rimasta senza parole. Le onde stavano attraversando le tendine.

– Chiara, mi sono ricordata perche` volevo parlarti!

...Hanno parlato fino al mattino. Ero felice di fare da mediatore. E poi e` scomparsa. Per sempre. Tuttavia, nove mesi dopo e` nata nostra figlia. L’abbiamo chiamata Veronica, e credo di sapere di chi sia l’anima incarnata nel suo corpo.

febbraio 1994


Foto - autore in Italia, febbraio 1996


Ðåöåíçèè