Visione del Regno di Ambra O. Juravlyova

La poesia ispirata dopo la lettura delle Cronache di Ambra, serie di romanzi fantasy dello scrittore statunitense Roger Zelazny. 

L’originale in lingua russa fu scritto da me, Olga L. Juravlyova nel Giugno 2000 nella citta' di Tashkent in Uzbekistan.

La poesia non e' stata mai completata.
 
La traduzione in italiano: Olga L. Juravlyova , il 7 Agosto 2016 a Perugia, Italia

Ogni notte vedo un sogno del primordiale Regno di Ambra -
La citta' dalle cupole bianche con i dolci sogni di oro,
Abbracciata dalle mistiche forze, avvolta nel manto dai misteri,
Oh, Ambra coperta dai secoli! Sei diventata la chiave della vita mia!

Oh, Ambra! Permettimi di penetrare nel tuo muto intreccio,
Nel Disegno ardente con delle scintille azzurre,
Nella Foresta di Arden tenebrosa e vestita dalla magia,
E sulla collina di Kolvir scaldata dal sangue di guerre! 

Io tiro fuori le Carte sentendo la loro freddezza,
E li' trovero' l’unico Principe mancato sul mio cammino -
Il suo mantello del nero vola al vento come serpente,
Lui porta la Rosa che brilla come la luna argentea,

I fili del Labirinto stanno ardendo sul celebre gladio,
E il Rubino appeso al collo trema come la fiamma ridente!
Un uccello in alto celeste creato dal sangue reale
Fa la guardia al Lord con il suo amore di parentela.

Dando ascolto ai pensieri miei la Carta si e' fatta piu' calda,
E da dentro di essa soffia il vento ardente e giallo,
Sento la voce che mi avvicina attraversando i secoli,
La voce argentina che tintinna e richiama a completare il mio Percorso….

Allunghero' la mano mia e tocchero'  la palma
Del figlio del Regno di Ambra del sangue reale,
Attraversando il Tempo e lo Spazio degli esseri mortali
E raggiungendo il Regno di Ombre che non danno risposta.

Li' incontrero' il sole azzurro e il cielo dorato,
L’acciaio di erbe e foglie e gli specchi dei mari,
La strada ch'e' nera e serpeggia ovunque tu vada,
Stesa tra l’Ombra Universale verso il Regno di Ambra.

Salendo le effimere scale ondeggianti verso la Citta' della Luna dormiente,
Verso le stelle affogate nei suoi giardini celesti,
La Citta' Lunare crea se stessa e m'attira sempre piu' su,
Disfacendosi in ceneri mi riveste con ragnatele stellari.

E in fondo delle onde smeraldo, nei loro gemiti tristi,
Sotto intrecci dell’edera di coralli e delle rose di perle
Si e' acquattata la Citta' Speculare dei palazzi cristallo,
Dalla madreperla sfumata e dalle fantasie azzurre...


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